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I 10 Padiglioni da non perdere alla Biennale Architettura Venezia 2018

Freespace è il titolo della Mostra Internazionale di Architettura di Venezia 2018, giunta all’edizione numero 16, iniziata ufficialmente il 26 Maggio e che occuperà gli spazi dei Giardini e dell’Arsenale fino al mese di Novembre. A cura dello studio irlandese Grafton Architects, Freespace è anche il tema che gli organizzatori hanno assegnato alle 63 nazioni partecipanti alla Biennale di Venezia 2018 le quali, attraverso i loro padiglioni, sono state chiamate a reinterpretare gli spazi in maniera del tutto libera, basandosi sulle proprie radici culturali, le proprie identità nazionali e i propri stili.

Un concetto affascinante quello di sviluppare spazi liberi (Freespace) all’interno di scatole chiuse (i padiglioni) che ha permesso di ottenere installazioni molto eterogenee tra loro, guidate dalle più svariate interpretazioni di progettisti e designer da tutto il mondo, pronti a dettare tendenza nel settore.

Ecco di seguito la selezione Tosilab dei 10 Padiglioni alla Biennale Architettura Venezia 2018 da non perdere.

1. Arcipelago Italia, il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2018

Il viaggio all’interno dei padiglioni che popolano la Biennale Architettura Venezia 2018 non può che partire dal Padiglione Italia, un must per chi si reca alla Biennale.
Affidato alla cura dell’architetto Mario Cucinella il padiglione Italia alla Biennale Architettura Venezia si compone di 5 progetti, 8 itinerari e diverse attività collaterali. L’obiettivo è quello di indagare sull’obiettiva complessità dei territori interni italiani composti da oltre 1000 piccole realtà locali e il ruolo chiave che l’architettura contemporanea ricopre per il loro rilancio.

2. Building a Future Countryside, il Padiglione Cina 

#Arsenale

L’imponente installazione della Cina guarda al futuro dello sviluppo rurale nel paese (da qui il titolo del progetto) e s’interroga su come nuove forme di tecnologia potrebbero essere utilizzate per creare nuovi edifici per comunità autosufficienti.

Tra le mostre di spicco figurano un modello di tetto in bambù a forma di otto e una torre panoramica costruita dai resti di una casa demolita, originariamente costruita nella provincia dello Yunnan e inviata direttamente a Venezia in occasione della Biennale.

Tecnologia che sempre più entra a far parte del mondo dell’architettura e del design. Ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato all’A.I. Design (leggi l’articolo qui).

Presente anche un’installazione interamente stampata in 3D, progettata da Archi-Union e chiamata “Cloud Village”.

3. Svizzera 240, House Tour, il Padiglione Svizzera eletto come il migliore dell’edizione 2018

#Giardini

Premiato come il miglior padiglione della Biennale 2018, il Padiglione della Svizzera è un’installazione coinvolgente, il cui focus è sulla graduale riduzione degli spazi che la società si trova ad affrontare. Svizzera 240: House Tour genera una experience che ricorda gli ambienti di Alice in Wonderland, dove spazi, arredi e oggetti diventano enormi o eccessivamente piccoli, le finestre si affacciano sul nulla e i consueti canoni dell’abitare vengono decisamente scardinati.

4. Holy See: Città del Vaticano per la prima volta alla Biennale

#Isola di San Giorgio Maggiore

La reinterpretazione degli spazi di culto religiosi è il tema dell’installazione della Città del Vaticano – nell’isola veneziana di San Giorgio Maggiore – che ha creato una delle mostre più discusse della biennale di quest’anno.

Con la partecipazione di grandi nomi come Norman Foster e Eduardo Souta de Moura, oltre a figure di culto come Smiljan Radić, Flores & Prats e Terunobu Fujimoro, la mostra intende riflettere sul significato dello spazio Chiesa nel 21° secolo, con l’installazione di 10 cappelle sparse per l’isola.

5.  Finlandia, Norvegia e Svezia nel Nordic Countries Pavilion Another Generosity

#Giardini

Un’installazione caratterizzata da quattro enormi bolle all’interno del Nordic Pavilion, che si gonfiano e si sgonfiano in risposta alle condizioni ambientali.

L’obiettivo è mostrare una visione di un futuro in cui l’architettura può adattarsi a ciò che lo circonda, nello stesso modo in cui lo fanno gli esseri umani.

6. Il padiglione Olanda: Work, Body, Leisure

#Giardini

Uno spazio apparentemente semplice ma ricco di contenuti in cui si vuole esplorare come l’umanità verrà trasformata in un’epoca caratterizzata dall’evoluzione rapida di robot e intelligenze artificiali che oggi sono in grado di svolgere molti lavori tradizionalmente svolti dagli umani.

Un progetto che prova a rispondere a tutti questi cambiamenti incoraggiando creatività e responsabilità anche in campo architettonico.

7. Lussemburgo con il Padiglione The Architecture of the Common Ground

#Arsenale

Di forte riflessione il padiglione Lussemburgo che guarda a come, in una nazione dove il 92% della terra è di proprietà privata, l’architettura può essere più generosa.

Attraverso una serie di modelli in scala, mostra ipotetici progetti non realizzati dove grandi edifici  vengono sollevati da terra su palafitte, creando uno spazio pubblico sottostante.

8. Il padiglione del Portogallo, Without Rhetoric

#Fondazione Ugo e Olga Levi Onlus

Il padiglione portoghese è chiamato a celebrare alcuni dei progetti di infrastrutture pubbliche che il paese ha completato negli ultimi dieci anni, nonostante la crisi economica globale.

Abbiamo parlato della rinascita del Portogallo e delle tendenze estetiche legate alla nazione lusitana nell’articolo che trovi QUI.

Tra i progetti proposti troviamo Teatro Thalia, un teatro degli architetti Gonçalo Byrne e Barbas Lopes e il Centro di arti contemporanee Arquipélago, un museo di arte e cultura curato da Menos é Mais Arquitectos e João Mendes Ribeiro.

 

9. Germania: Unbuilding Walls

#Giardini

Entrando nel padiglione tedesco, ci si trova di fronte a quello che sembra essere un muro solido, continuo. Quando ci si avvicina, il muro si rivela essere formato da una serie di frammenti. Sul retro di ciascuno si possono trovare i dettagli di un edificio o di uno spazio situato lungo il percorso del Muro di Berlino.

La riflessione è proprio sull’impatto che barriere e recinzioni hanno sugli spazi pubblici, città e interi paesi.

10. Il padiglione Vertigo Horizontal dell’Argentina

#Arsenale

Un grande giardino a specchio si estende lungo il centro del padiglione argentino, offrendo uno spazio che vuole rappresentare un’oasi urbana, un rifugio green nel cuore dell’Arsenale.

L’obiettivo è quello di riprendere i numerosi parchi e spazi sociali pubblici creati in Argentina da quando il paese ripristinò la democrazia nel 1983.

Si prospetta una Biennale Architettura 2018 davvero interessante. C’è tempo fino al 25 Novembre 2018 per poter ammirare le installazioni collocate tra le più suggestive zone di Venezia. Un evento da non perdere!

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