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Pritzker 2018 a Balkrishna Doshi, architetto indiano di scuola Le Corbusier

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Il Premio Pritzker 2018 è stato assegnato a Balkrishna Doshi, il primo architetto indiano a ricevere questo riconoscimento così prestigioso nel mondo dell’architettura.

La nomina di Balkrishna Doshi, che sarà premiato ufficialmente il 16 Maggio 2018 nella splendida cornice dell’Aga Khan Museum di Toronto, si è rivelata essere inaspettata e avviene in quella che sarà un’edizione particolarmente importante per il Premio Pritzker, la quarantesima. A “contendere” il premio Pritzker 2018 a Doshi, vi sono stati, tra gli altri, il suo connazionale Bijoy Jain, Steven Holl, Diébedo Francis Kéré (architetto del Serpentine Pavillon 2017), il giovane Bjarke Ingels, ma anche David Chipperfield, da molti riconosciuto come un archistar che mai, per ora, è riuscito a vincere questo premio.

Per il terzo anno consecutivo, l’assegnazione del premio ha sorpreso tutti: nel 2017 a trionfare, inaspettatamente, fu lo studio catalano RCR Arquitects; mentre è del 2016 la premiazione di Alejandro Aravena, tra i più giovani architetti ad essere insignito di questo riconoscimento.

Architetture “serie e mai vistose”: le motivazioni della giuria del Pritzker

Doshi, classe 1927, vince il Pritzker alla veneranda età di 90 anni dopo una carriera lunghissima durante la quale ha guidato, sin da giovane, la ricostruzione del proprio paesel’India – definendone l’identità architettonica.

foto di balkrishna doshi pritzker prize 2018

La giuria, presieduta da Glenn Murcutt (Pritzker 2002), Stephen Breyer, André Corrêa do Lago, The Lord Palumbo, Richard Rogers (Pritzker 2007), Wang Shu (Pritzker 2012), Benedetta Tagliabue, Ratan N. Tata e, da quest’anno, da Kazuyo Sejima (Pritzker 2010) ha così motivato la scelta:

L’architetto indiano Balkrishna Doshi ha costantemente racchiuso nella propria architettura l’identità del Prize Architecture Pritzker al livello più alto. Ha praticato l’arte dell’architettura, dimostrando contributi sostanziali all’umanità, per oltre 60 anni. Assegnandogli il premio quest’anno, la giuria del Premio Pritzker riconosce

  • la sua eccezionale architettura, che si riflette pienamente negli oltre cento edifici realizzati,
  • il suo impegno e la sua dedizione per il proprio paese per le comunità che ha servito
  • la sua influenza come insegnante
  • l’eccezionale esempio che ha impostato per professionisti e studenti di tutto il mondo nel corso della sua lunga carriera

Doshi ha lavorato con due maestri del 20° secolo: Le Corbusier e Louis Kahn. Senza dubbio, i primi lavori di Doshi furono influenzati da questi architetti come si può vedere nelle forme robuste e decise create attraverso l’uso del calcestruzzo. Tuttavia, Doshi ha poi evoluto il linguaggio dei propri edifici portandolo oltre le prime creazioni. Partendo delle profonde tradizioni dell’architettura indiana, ha unito la prefabbricazione e l’artigianato locale e sviluppato un vocabolario architettonico plasmato con la storia, la cultura, le tradizioni locali e il futuro del proprio paese d’origine, l’India.

Nel corso degli anni, Balkrishna Doshi ha sempre creato un’architettura seria, mai appariscente o alla ricerca delle tendenze. Con un profondo senso di responsabilità e il desiderio di contribuire allo sviluppo del proprio paese attraverso un’architettura autentica e di alta qualità, ha creato progetti per amministrazioni e servizi pubblici, istituzioni educative e culturali oltre che residenze per clienti privati. (…)

Balkrishna Doshi dimostra che la buona architettura e la pianificazione urbana devono non solo unire obiettivi e struttura, ma devono tener conto del clima, del luogo, della tecnica e della manodopera, insieme a una profonda comprensione e valorizzazione del contesto nel senso più ampio. I progetti devono andare oltre il funzionale per connettersi con lo spirito umano attraverso basi poetiche e filosofiche.

Per i suoi numerosi contributi come architetto, urbanista, insegnante, per il suo costante esempio di integrità e il suo instancabile contributo in India e non solo, la giuria del Pritzker Architecture Prize seleziona Balkrishna Doshi come vincitrice del premio Pritzker 2018”.

Balkrishna Doshi, il profilo

Balkrishna Doshi nasce nel 1927 a Pune, la quarta città industriale dell’India a circa 150 km a sud-est di Mumbai. Compie gli studi presso la Sir J.J. School of Architecture Bombay – considerata tra le migliori scuole di architettura del subcontinente indiano – per poi trasferirsi in Europa dove, tra Londra e Parigi, lavora per diversi anni al fianco di Le Corbusier, personaggio fondamentale e mentore di Doshi durante tutta la propria carriera di architetto.

Rientra in India nel 1954, dove apre il proprio studio di architettura e sovrintende la realizzazione di diverse strutture in diverse aree del territorio indiano. Importante è stata anche la decennale collaborazione con Louis Kahn, architetto statunitense di origini ebraiche.

Balkrishna Doshi opere ed edifici realizzati

Come detto in precedenza, Doshi è considerato come il pioniere dei complessi residenziali low cost, edifici caratterizzati da diverse tipologie di edilizie che coniugano estetica, concetto del vivere comune e funzionalità.

Ecco alcuni degli edifici più rappresentativi

Institute of Indology di Ahmedabad (1962)

L’Institute of Indology a Ahmedabad è una delle prime realizzazioni di Doshi (1962). In essa si può riconoscere nettamente l’influenza di Le Corbusieur e forti analogie “brutaliste” con realizzazioni dello stesso periodo storico in Europa, America Latina e Africa.

Foto institute of indology doshi 1962

Life Insurance Corporation Housing di Ahmedabad (1973)

Si tratta di una delle opere a cui Doshi tiene maggiormente: l’architetto progettò nei primi anni ’70 un complesso di abitazioni che potessero essere occupate della stessa famiglia per più generazioni. Il progetto, infatti, prevede che in cima ai fabbricati vi siano una serie di terrazzi che, quando necessario, possono essere convertiti in nuove unità abitative. Di fatto, ogni casa può essere ampliata da ogni famiglia, in modo da poter creare nuove abitazioni adiacenti, preservando l’unità familiare.

foto Life Insurance Corporation Housing-Ahmedabad Doshi

Indian Institute of Management di Bangalore

L’Indian Institute of Management di Bangalore è una Business School pubblica d’importanza nazionale situato a Bangalore, nel Karnataka, in India. Fondata nel 1973, fu il terzo IIM ad essere istituito in India, dopo IIM di Calcutta e IIM di Ahmedabad.

Doshi ha progettato il campus, noto per la sua architettura unica interamente in pietra e per le ampie aree verdi che lo circondano, e gli “Academic Blocks” che ospitano aule, uffici, spazi ricreativi e che recentemente sono stati ampliati per far fronte all’aumento di studenti.

foto IIM Bangalore Balkrishna Doshi

Aranya Low Cost Housing di Indore (1989)

E’ del 1989 il complesso Aranya Low Cost Housing di Indore, per il quale Doshi –  nel 1993 – ricevette il prestigioso Aga Khan Award for Architecture (AKAA). Si tratta di una serie di abitazioni che ospitano oltre 80.000 persone attraverso un sistema di case, cortili e un labirinto di percorsi interni. La comunità che abita la Aranya Low Cost Housing di Indore è composta da oltre 6.500 residenze, divise in sei settori, ognuno dei quali presenta una gamma di opzioni abitative, alcune di modeste proporzioni (monolocali) altre molto più grandi e spaziose.

foto Aranya Low Cost Housing Doshi

Amdavad ni Gufa (1995)

Amdavad ni Gufa è una galleria d’arte sotterranea ad Ahmedabad, in India che espone opere dell’artista indiano Maqbool Fida Husain. La galleria rappresenta una sovrapposizione unica di architettura e arte. La struttura sotterranea simile a una caverna ha un tetto costituito da più cupole interconnesse tra loro, ricoperte da un mosaico di piastrelle. All’interno, colonne irregolari simili ad alberi sostengono le cupole.

foto Amdavad ni Gufa Doshi

Centre for Environmental Planning and Technology di Ahmedabad (1966-2012)

Una struttura davvero particolare immersa all’interno di un enorme area verde. Concepito per permettere lo svolgimento di diverse attività studentesche, l’opera di Doshi include spazi per lo studio, il relax e lo sport. Se lo spazio più rappresentativo della struttura è l’open space al piano terra, i piani superiori sono costituiti da spazi studio a doppia altezza, con finestre rivolte a nord che li proteggono dalla luce solare calda proveniente da est.

foto CEPT - Centre for Environmental Planning and Technology Doshi Ahmedabad

“Ogni oggetto che ci circonda e la natura stessa – luci, cielo, acqua e tempesta – tutto è in una sinfonia”, spiega Doshi. “E questa sinfonia è l’essenza dell’architettura. Il mio lavoro è la storia della mia vita, in continua evoluzione, cambiamento e ricerca … ricerca di allontanarsi da quello che è il ruolo dell’architettura e guardare solo alla vita”.

Ecco il video dell’annuncio rilasciato dal Pritzker

2018 Announcement Video The Pritzker Architecture Prize

Cos’è il Pritzker Prize?

Il premio Pritzker – The Pritzker Architcture Prize – viene assegnato ogni anno per onorare un architetto vivente il cui lavoro dimostra una combinazione di qualità, di talento, visione e impegno, che ha prodotto contributi coerenti e significativi all’umanità e all’ambiente costruito attraverso l’arte dell’architettura.

Il premio internazionale, assegnato per risultati significativi, è stato stabilito dalla famiglia Pritzker di Chicago attraverso la Hyatt Foundation nel 1979. Viene spesso definito “Nobel dell’architettura” e ” il più alto riconoscimento della professione” nel mondo dell’architettura.

Il premio consiste in $ 100.000 (US) e un medaglione di bronzo ed è conferito al vincitore durante una cerimonia tenuta in un sito di notevole importanza architettonica in tutto il mondo.

Il primo vincitore assoluto del Pritzker Prize fu, nel 1979, Philip Johnson. Zaha Hadid è stata, invece, la prima e unica donna a vincere il premio (2004). Nel 2010, è stato assegnato il Pritzker all’architetto giapponese Ryue Nishizawa, ad oggi il più giovane premiato. Tra i premiati italiani troviamo Aldo Rossi (1990) e Renzo Piano (1998).

Un Pritzker, quello del 2018, abbastanza inedito, a conferma che l’architettura moderna deve tener conto non solo della funzionalità di un progetto, ma connettersi con lo spirito umano attraverso basi poetiche e filosofiche, proprio come dimostrato da Doshi durante la propria carriera.

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